Racconti di paesi lontani

Racconti di paesi lontani

Questo spettacolo è inserito all’interno di un progetto triennale del Teatro S’Arza, riconosciuto per la sua rilevanza dal Ministero dello spettacolo e dei beni culturali. Sull’onda dell’indignazione emotiva provocata dagli attentati terroristici a Charlie Hebdo e al negozio ebraico di Parigi, il Teatro S’Arza ha deciso di reagire a queste aberrazioni con una proposta culturale che, aiutando a creare le condizioni di reciproca conoscenza delle diverse culture, in maniera tale da far superare i pregiudizi verso la diversità che allignano nelle popolazioni, annulli la strategia terrorista che contrappone cristiani, ebrei e musulmani presentandoli come dei nemici. Quest’anno abbiamo voluto esplorare le interrelazioni fra culture occidentali ed ebraiche.

Nasce lo spettacolo “Racconti di paesi lontani”. Esso è il frutto di una ricerca condotta su alcune tradizioni ebraiche della cultura chassidica dei primi anni del Novecento in particolare in Polonia e forme tradizionali della Sardegna arcaica dello stesso periodo che presentavano per temi ed elementi analogie e caratteristiche di contiguità.
Attraverso la collaborazione con il docente di teatro David Zinder dell’Università di Tel Aviv si è scelto di raccontare il dramma di Semën An-skij “Dybbuk” che illustra diversi aspetti della cultura ebraica, quelli in particolare relativi a forme di possessione da parte di anime vaganti e alla concezione del mondo e del ruolo della divinità e degli uomini nel determinarne il destino. Si sono poi identificati riti di possessione nelle culture popolari europee, studiando cosi i rituali dell’arza in Sardegna e la visione del mondo delle popolazioni sarde di quel periodo.

Nello spettacolo un giovane e la sua mamma raccontano storie di ragazzi innamorati, di promesse non mantenute dai loro rispettivi genitori, delle disarmonie conseguenti, della necessità del sacrificio per ristabilire la ricerca verso la perfezione di ciascuna anima nella sua ascesa verso Dio.
Come dice il personaggio della vecchia mentre compie il rituale della possessione: “al di là del buono e del cattivo, al di là del bene e del male, al di là della vendetta e del perdono è necessario un sacrificio per ristabilire l’ordine, per ritrovare l’armonia perduta..”

Lo spettacolo è stato rappresentato nel recente mese di Luglio 2016:
Al Festival Internazionale) presso il Teatro Nazionale della Casa della Cultura di Kardzhali (Bulgaria)
Nel programma nazionale e Internazionale del Teatro Nazionale Sylza Ismyah di Sofia.
all’interno di un programma internazionale di Musica e Teatro alla sala San Pietro in vincoli Zona Teatro Torino
nel programma Nelson Mandela International Day presso il Parco del Gelso del Centro Sociale “Orologio” di Reggio Emilia
nel Programma Internazionale presso l’anfiteatro di Bassano in Teverina (Viterbo)

Illustration by: admin

Disegno luci :

Tony Grandi

SUONO:

Emilio Foddai

Consulenza sulla cultura ebraica :

David Zinder

Collaborazione alla drammaturgia :

Renata Molinari

Con :

Maria Paola Dessì e Stefano Petretto

Scrittura scenica e regia :

Romano Foddai

Category:

Scambi Internazionali