È il racconto non di una carriera, ma di un’educazione sentimentale. Un viaggio durante il quale ogni tanto sono inciampata nelle parole e mi sono incantata.
Perché le parole e la letteratura sono sempre state la mia prima fonte di ispirazione, il mio più antico amore. Da lì sono partita per costruire molti dei miei spettacoli, piccole avventure teatrali, monologhi, recital. E poi c’è stata la casualità di incontri fortunati, fecondi di collaborazioni e sodalizi, che hanno segnato in vario modo la mia strada.
Naturalmente sarebbe impossibile ripercorrere ogni tappa, e terribilmente noioso. Mi limiterò ad accendere la luce su alcuni momenti particolari a cui sono affezionata,
farò rivivere, attraverso l’affabulazione, brani degli spettacoli e degli autori più significativi e che prediligo, come Boccaccio, Palazzeschi, Dorothy Parker, Oscar Wilde, Ugo Chiti, Stefano Benni.
Con la complicità del pubblico che in tutti questi anni ha trovato in me non l’imponenza delle grandi piante del giardino, ma la curiosità di certe erbe strane, odorose o pungenti,
che crescono in angoli appartati e segreti, al riparo dal vento delle mode.
Lucia Poli
Personaggio simbolo dell’avanzata del femminismo sociale post anni 50, Lucia Poli è attrice e doppiatrice d’inequivocabile talento. Nata a Firenze negli anni ’40 inizia la sua attività teatrale col Teatro dei Ragazzi (1970), grazie al quale mette in scena “Le Metamorfosi” di Ovidio. Nel 1972, affiancata dal fratello maggiore Paolo, debutta con Femminilità; la fama del fratello, però, rischia di relegarla a partecipazioni secondarie e così, nel 1974, Lucia fonda “Le parole e le cose”, il proprio gruppo teatrale in cui lei, come capocomica, scrive testi ed entra in scena con spettacoli nei quali comicità e ironia satirica arricchiscono il suo inconfondibile stile. Accanto a lei recitano Donato Sanniti, Roberto Benigni, Carlo Monni, Giuseppe Bertolucci, Rosa Di Lucia e tanti altri. Nel 1991 arriva il debutto cinematografico e nel 1997 il primo riconoscimento con il nastro d’argento come miglior attrice non protagonista per il film Albergo Roma di Ugo Chiti. Il grande schermo però non è in grado di dare degno risalto a questa grandissima artista, annientando quel processo identificativo fra spettatore e interprete in cui la Poli, in grado di far immergere chiunque la ascolti in un mondo fiabesco, eccelle nel panorama italiano.